Buffo, no?
Il tempo passa, si cresce, si cambia. Eppure alcune cose rimangono costanti.
Tipo Blackie. Che è una di quelle cose che rimane là, come un simpatico avvoltoio sulla spalliera del letto. Tu pensi di essertene scordato ma lui è sempre là a guardarti, famelico di pezzetti della tua anima.
Che così sembra un po' mostruoso, ma in realtà è un bravo ragazzo.
A Blackie ci ho pensato venerdì scorso, alla prima seduta del mio nuovo ciclo con la psicanalista. Che no, non ci sto andando per curare il mio improbabile senso dell'umorismo, ma per "mettere ordine".
Non posso nemmeno parlarne male, che adesso sa di Blackie e poi mi corca quando vado alle sedute (salve dottoressa! tutto bene?).
Il mondo cambia, si evolve, io mi sento fermo come può sentirsi ferma una persona su un ottovolante. Che tutto intorno cambia, la tua posizione nel mondo cambia, eppure tu dentro senti che le viscere non si son spostate più di tanto. Non vedi più l'antipatica casa degli spettri, ma sei sempre a contatto con la tua puzzolente cistifellea.
Perché quel che vedi fuori è razionalità, quello che vedi dentro è il tuo bizzarro mondo interiore che ignora la razionalità e continua a dirti che tutto è rimasto uguale. E che ti blocca, ti inchioda là. Ti fa pesare come un macigno il minimo errore e ti sminuisce tutte le vittorie.
Che palle, ragazzi... è come se cercassi di correre con un peso da un quintale attaccato ai coglioni. Voglio liberarmene. Voglio caricarmi sto peso in spalla e correre con lui.
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