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giovedì 17 marzo 2022

Corri

 Corri.

Non c'è tempo per respirare o capire dove stai andando. Corri. A perdifiato. C'è fretta.

Sai, tipo il Bianconiglio di Alice: si è sempre in ritardo, si è sempre in ansia, si è sempre là a dover scalare montagne e parlare con persone e riempirsi di inutili bla bla. E sempre, sia chiaro, per il beneficio di qualcun altro.

Sto sempre più maturando l'idea che mi serva un mio spazio, più piccolo. Ho passato tanto di quel tempo fuori dalla mia comfort zone che sento il bisogno di casa, di una doccia calda, di un telefilm e due coccole. Una pizza, anche. Che tanto fanculo, per dimagrire avrò tempo quando sarò morto.

Ma intanto corro. Incazzato, senza fiato, zoppo, con i muscoli che fanno male. In mezzo a gente che arranca quanto me.

Non so quanto resisto... secondo me prima o poi mando a fanculo gente <3

giovedì 25 ottobre 2018

Misantropia

Non capitemi male: adoro vivere. La mattina non son mai troppo convinto della cosa, ma poi arrivo a sera e mi rendo conto che, in fondo in fondo, mi sto divertendo da matti.

Però ci son certe volte in cui la mia socialità è inferiore al QI della Marini.
Sono momenti in cui più guardo il mondo più vorrei ritrovarmi in una baita in montagna, ricoperta dalla neve, con provviste per un mese, una buona quantità di libri, una stufa, della legna, un gatto e una ridotta e selezionata varietà di esseri umani con cui scambiare coccole.

Nessuno parlerebbe a voce alta, quasi a preservare il vellutato silenzio della neve, e anzi, si passerebbe parte del tempo a farsi i cazzi propri.

Se avessi ferie...

lunedì 18 novembre 2013

Lunedì

Ti svegli il lunedì mattina. Il resto del letto è vuoto. Fuori piove.
Scopri che è finito il caffé. Ti fai la doccia e ti infili la tua camicia. Fai la borsa per la palestra.

Arrivi a Lambrate. Uno si è sentito male in metro. V per aspettarti ha lasciato passare tre metro e ti senti anche in colpa perché la farai arrivare in ritardo. Dieci minuti e la metro riparte, ovviamente dentro si sta pressati come sardine. Ti vedi con V per quei cinque minuti che ti fanno rimpiangere il fatto che ieri sera ti sei addormentato senza aspettarla, avresti dormito meno ma il risveglio sarebbe stato decisamente migliore.
A Cadorna cambi, ti infili in una rossa sovraffollata causa fiera di stocazzo in Lotto. Una fermata dopo ti convinci, sbagliandoti, di aver sbagliato direzione e tenti di scendere, ricordandoti appena in tempo che si, Conciliazione è nella direzione giusta e che sei un idiota. O sei molto assonnato.
O entrambi.
Arrivi al lavoro e ti immergi in attività delle quali faresti, sostanzialmente, volentieri a meno.

Però metti su l'Eroica di Beethoven e il mondo, un pochino, migliora.
Quantomeno non sento le voci degli altri in ufficio :D

Lo

venerdì 13 maggio 2011

Groan.

Non ho voglia di fare nulla. O meglio, ho voglia di fare tutto ma non ne ho la forza. Lato positivo? L'umore, che è buono... forse è stanco anche lui di incazzarsi, ma non indaghiamo.

sabato 7 maggio 2011

Roar groaurrr


Avete mai visto un animale allo zoo? Se prendete quelli che sono abituati a correre, scorazzare, vedrete che hanno sempre l’aria un po’ annoiata. Sognano di correre, di vedere altri luoghi, cambiare situazione, sognano di avere qualcosa di nuovo sul quale sognare.



Mi sento come loro. Ho un bisogno assurdo di nuovi stimoli, di cambiamenti. Voglio conoscere gente nuova, ma che sia matta come me. Perché mi rendo conto che quel che mi limita non è la voglia che ho io, ma il fatto che sono il solo a volerla. Sono l’unico a camminare fra i miei amici, l’unico che canta in un coro, l’unico con la passione per l’aria aperta… cazzo, siamo a maggio e propongo il mare e tutti saltano fuori che devono studiare, che gli hanno assegnato cazzi per il tirocinio, nessuno che abbia voglia di fare due tiri a pallone. Ora mi propongono anche una scampagnata senza grigliata, magari trovandosi alle 11 del mattino e andandosene alle 3 perché sai, sono un po’ stanco, ieri sera ho fatto mezzanotte e mezzo e non ne posso più./



Mi sento l’unico vivo in mezzo a un cimitero, ve lo giuro.



Lo


domenica 20 febbraio 2011

Cosa non dire ad un universitario incazzato

Non ne ho proprio bisogno, mamma.

E' un periodo pessimo nel quale campo coi coglioni girati, facendomi giornate intere a studiare. Comincio a sentire la pressione della laurea che mi spinge indietro (perché si, più ci si avvicina più sembra lontana). Comincio a sentirmi stanco, stanco di correre e studiare, vorrei riposare la mente ma NON POSSO porco cane, perché di tempo ne ho già perso tanto.

Sento che ci sono tante cose che vorrei fare ma che comincio ad esser troppo vecchio per fare, non perché manchi lo spirito a me quanto perché manca ai miei amici. Perché a gente che non ha voglia di uscire la sera non vai certo a chiedere di fare un interrail a 28 anni... figuriamoci. Devo cominciare a metter la testa a posto e non mi sento ancora in grado di farlo. Perchè sento di non aver vissuto a pieno la gioventù, sento che mi mancano tante basi. Vorrei ritornare indietro e fare millemila cose: imparare a suonare la chitarra, iscrivermi sei anni prima al CAI... cazzo, mi sento come se finora non avessi concluso nulla, dio cane.

E con tutto questo, mi viene a dire "ricordati che c'è l'università!". Ma porco dio canaccio, me la ricordo mamma. Me la ricordo ogni fottuto giorno che cristo mette in terra, perché è la che mi tiene inchiodato. Non ho soldi, li ho spesi tutti in qualcosa che mi potesse migliorare il futuro ma sento che mi sta ammazzando il presente e che, se non mi muovo a recuperarlo, questo presente non lo recupererò mai. Non ho bisogno che mi si ricordi che esiste l'università, perché la sento tutti i giorni rodermi un pezzettino di anima.

Lo

martedì 15 febbraio 2011

Chiusone

Sono qua in biblio a studiare dalle NOVE E MEZZO. Ne avrò fino alle UNDICI. Tutto ciò deteriora i miei coglioni.



Lo

sabato 12 febbraio 2011

Tran tran

Svegliati. Apri la credenza, prendi Nescafè, metti pentolino con acqua e fai caffè. Trova giochino stupido per intrattenerti mentre lo bevi. Fatti la doccia. Vestiti, inforca la bici e vai in facoltà. Sguardo d'intesa con 12 per un caffè. Studio, caffé, studio, caffé. Poi mensa, caffé al bruchetto, un po' sui termosifoni in corridoio, poi studio, caffé, studio, caffé, studio, caffé. Poi l'alternativa: o vai in palestra, torni a casa, mangi, stai un po' davanti al pc e ti addormenti o vai in biblioteca, mensa, biblio fino alle 11, vai a casa e ti addormenti.

RIpeti per un mese e successivamente impazzisci. E trovati a non sapere come riempire il tuo blog perché dovrebbe rappresentare la tua vita, e la tua vita è così vuota che c'è poco con cui riempirlo.

Che palle.

Lo