lunedì 24 gennaio 2011
Il suono del silenzio
Certe volte la musica è sorprendente non solo perché ha una bella melodia, perché ha un bel ritmo, ma anche (soprattutto) per quello che dice.
Prendete ad esempio questo capolavoro che ho messo qua sopra. Si tratta di una canzone che già di per se è splendida, ha una melodia pazzesca, un intreccio di voci straordinario, ma dietro ha un testo che è fottuta poesia. Assolutamente meraviglioso. E visto che sono buono, ve lo scrivo, ve lo traduco e, con l'aiuto di qualche sito, ve lo commento anche.
Direte voi... chi se ne frega? Boh, a me importa di scriverlo comunque quindi ve lo beccate.
Hello darkness, my old friend
I've come to talk with you again
Because a vision softly creeping
Left its seeds while I was sleeping
And the vision that was planted in my brain
Still remains
Within the sound of silence
Si comincia salutando la notte, vecchia amica. Probabilmente riferita al fatto che Paul Simon, autore della canzone, ama scrivere musica di notte. In un'intervista dice che amava mettersi in bagno, per via della particolare eco che producono le piastrelle, spegnere la luce e cominciare a suonare.
Nel buio, una visione, probabilmente il racconto di un sogno dello stesso Paul, che gli è rimasta impressa nella mente. La strofa seguente ci racconta il sogno, che alla fine si rivelerà essere un'immensa allegoria.
In restless dreams I walked alone
Narrow streets of cobblestone
Beneath the halo of a street lamp
I turned my collar to the cold and damp
When my eyes were stabbed by the flash of a neon light
That split the night
And touched the sound of silence
Camminava da solo, in strade strette, al freddo, sotto la luce di un lampione, quando "i suoi occhi vennero pugnalati dal flash di un'insegna al neon che divise la notte".
And in the naked light I saw
Ten thousand people, maybe more
People talking without speaking
People hearing without listening
People writing songs that voices never share
And no one deared
Disturb the sound of silence
E in questa luce sfolgorante vede qualcosa come diecimila persone, forse di più, che chiaccherano senza parlare, e che sentono senza ascoltare. Questo testo parla di comunicazione, di gente che non è più capace a comunicare e parla "per dare aria alla bocca", gente che sente ma non ascolta veramente quel che gli arriva nelle orecchie, perché tutto quello che viene detto fra queste persone è niente. Il verso seguente (people writing songs that voices never share) è una forte critica al mondo musicale del tempo: era l'avvento del pop, e la musica cominciava a non essere più arte, cominciava ad essere solamente un altro modo per fare soldi. E, ancora peggio, la musica era un altro tassello di questa mancanza di comunicazione: insegna la cultura del frivolo, del superficiale. Sono parole che sono state scritte nel 1964, QUARANTASEI anni fa, eppure sono così dannatamente attuali... guardatevi intorno, ascoltate ciò di cui la gente parla. Vi accorgerete che i discorsi son sempre quei tre o quattro, che i valori son quelli che ti insegna la televisione (il sogno della ragazzina quattordicenne media è finire ad Amici...), e ora con Facebook ti viene tolta anche la voglia di socializzare. Avete mai visto Wall-E? E' il penultimo film della Pixar... in questo film, ambientato secoli nel futuro, le persone parlano attraverso un piccolo schermo che hanno davanti agli occhi. Anche se sono uno accanto all'altro.
Il mondo, in Wall-E come nella nostra canzone, è privo di VERA comunicazione. Tutto si riduce a spot pubblicitari, a quel che ti propina la televisione, ed è questo che il neon simboleggia. E la gente ha paura a infrangere questo muro: il "suono del silenzio" è proprio questo chiaccherare senza in realtà dire niente, e secondo la canzone è dovuto alla gente che ha paura di parlare perché non siamo più abituati a parlare seriamente, a COMUNICARE.
"Fools," said I, "you do not know
Silence like a cancer grows
Hear my words that I might teach you
Take my arms that I might reach you"
But my words like silent raindrops fell
And echoed
In the wells of silence
Il protagonista vede questo mondo senza comunicazione e tenta di avvisare la gente. Il silenzio, l'assenza di comunicazione, è come un cancro: cresce, fino ad uccidere tutto il resto. Diventa sempre più difficile comunicare quando non si è abituati a farlo. E infatti il monito del protagonista cade, come goccia di pioggia, e fa sentire la sua eco nel silenzio. Poeticamente questo è forse il verso più bello della canzone... l'immagine fortissima del cancro contrapposta alla freddezza con cui quest'immagine viene accolta da gente che non vuole pensarci, troppo impegnata a parlare di chi deve uscire dal Grande Fratello o roba simile...
And the people bowed and prayed
To the neon god they made
And the sign flashed out its warning
In the words that it was forming
And the signs said the words of the prophets
Are written on the subway walls
And tenement halls
And whispered in the sounds of silence
E la gente si china e prega il "dio di neon" che si è costruita... immagine splendida, per questo ultimo verso della canzone. Tutto quel che rimane sono le scritte nei muri dei sottopassaggi, le parole dei profeti di questa nuova religione. A conclusione di un testo splendido.
E voi cosa ne pensate? Chissà se qualcuno sarà riuscito a sopportare la mia pessima prosa (oh, studio informatica!) e ad arrivare qua in fondo. Mi piacerebbe sentire opinioni sul testo e, soprattutto, se secondo voi dice il vero o dice solo fesserie e la nostra generazione sa ancora comunicare. Riferendosi non solo a noi stessi, ma a quelli che ci stanno attorno.
Lo
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