venerdì 29 agosto 2014

[ACWIP] Capitolo zero: cosa sono attualmente

Questo post è originariamente apparso nel mio blog A Continuous Work in Progress (link)
-------------------------------------------------------------

Ora che vi ho catturati con la mia scoppiettante (?) ed intrigante (!!!) prosa, è giunto il momento di parlarvi un po' di me.

Perché si, questo è un pallosissimo blog personale, ed io sono logorroico.

Sono Lorenzo, 28 anni, informatico, e non bevo da ieri sera. Un'ottima birra artigianale, in un bell'ostello di Milano... eh si, sono nella città meneghina, ma, come dire, non sono proprio del centro città. Un po' fuori dalla circonvallazione, ecco. Sono nato all'Isola d'Elba, dove ho passato la mia vita fino ai 18 anni quando mi sono trasferito a Pisa all'università. Pisa, tempo di sbornie, follia, festini, e ragazze (quelle le lasciavo agli altri perché sono magnanimo). E poi il fulmine a ciel sereno del trasferimento a Milano, il lavoro, sei mesi di fidanzamento, la fine del suddetto e l'inizio di una relazione che nessuno dei due sa bene cosa sia ma che dura da circa un anno e mezzo.

Sono tendenzialmente immaturo, con il piccolo vantaggio di sapere di esserlo. E la consapevolezza che essere del tutto maturi è un'idiozia totale che ti trasforma in una persona seria, categoria dalla quale rifuggo.

Sono una persona che ama ridere, ma che trova anche il lato positivo nel piangere. E che in ogni caso trova qualcosa di cui lamentarsi. In mancanza di altro, mi lamento di me stesso.

Sono uno autoreferenziale.

Sono uno di quelli che tristemente trova molto difficile accontentarsi, e per il quale la vita è come una lunga scalata senza una fine... una sequenza di spostamenti di equilibrio, di cadute, di soste per riposarsi, atte ad inseguire una meta che non riesci a vedere e che forse non c'è neppure - ma salire è sempre meglio che rimanere appeso a guardare il vuoto.

Sono uno che comunque il panorama se lo gode, per carità, ma mai troppo perché tanto fai un tiro di corda e sarà ancora più bello lassù.

Jokes apart... non so esattamente dove potrebbero portarmi i prossimi mesi. Qualche sentiero lo sto imboccando, qualcuno lo potrei imboccare nei prossimi giorni. Ho la strana sensazione di poter imboccare qualunque strada, e questo un po' di vertigini me le da... alcune sono sbagliate, e mi faranno cadere. Mi rialzerò. Mi sono già rialzato alcune volte, guardate alcuni post nel vecchio blog nel 2008 per capire.

Se quel che avete letto vi sembra confusionario, non vi preoccupate. Rispecchia il caos che regna da questa parte dello schermo. Una piccola parte, si intende.

Lo

giovedì 28 agosto 2014

La fine di Blackie (e l'inizio del suo figlio illegittimo)

A volte a noi umani piace fare dei cambiamenti senza senso.
Cambi taglio di capelli, cambi vestiario, cognome, luogo di residenza, ma rimani sempre tu. Forse solo perché il tuo stato attuale non è più quello di una volta.
Sto facendo una cosa del genere, e perdonatemi se per una volta non riesco a trovarci una logica. Blackie è un pezzo importante di me, ma non ha più senso tenerlo aperto perché la persona che lo aveva iniziato era un'altra persona rispetto a quel che sono adesso.
Quindi, in parole povere, mi trasferisco. Non c'è nemmeno nessun problema di anonimato, mi continuerete a trovare nella mia nuova casa facilmente: ecco l'indirizzo

http://acontinuousworkinprogress.over-blog.com/

Ma in un certo senso, se questo è il blog di un ragazzo che vuole ritrovarsi, il nuovo blog riguarderà il cosa fa l'uomo che, dopo essersi trovato, si rende conto che quel che vede non gli piace. Altro argomento, altro mondo.

Trovate che tutto ciò sia senza senso? Forse anche io. Ma non faccio male a nessuno a farlo, quindi ben venga la sua idiozia se mi fa sentire un po' più coerente.
Ci vediamo dall'altra parte.

Ciao Blackie, grazie di tutto.
Lo

[ACWIP] Manifesto di cambiamento


Questo post è originariamente apparso nel mio blog A Continuous Work in Progress (link)
-------------------------------------------------------------

Ok, su il sipario. Si comincia.

Una nuova casa… già l’intro anticipa il fatto che questo non è il mio primo blog. Visto che son buono, quello vecchio ve lo linko.

Mi chiamo Lorenzo, ho quasi 29 anni, e ho preso la decisione di cambiare. Questa decisione deriva semplicemente dal fatto che le cose come stanno attualmente non mi vanno bene da un po’… nulla di grave, c’è gente che ha problemi in confronto ai quali i miei fanno un po’ ridere, e non sono più il semi-depresso ragazzino che ero all’inizio del blog precedente. Ma si sa, noi umani non siamo capaci di rimanere fermi. Ogni conquista porta ad un nuovo obiettivo, e dopo ogni traguardo c’è sempre una meta più lontana da rincorrere.


I problemi sono delle bestie strane, da affrontare per passi: per prima cosa ti devi rendere conto di avere un problema, e staccarti di dosso quella pellicola di cieca adattabilità che ti porta a fare compromessi idioti tipo “ma sì, non sarà il miglior lavoro del mondo ma posso accontentarmi”. Accontentarti di cosa? Cazzo, vivi una volta sola per uno sputo di tempo e ti accontenti? Non sono cattolico, non credo nella promessa di una vita eterna, quindi voglio spremere il poco tempo che ho su questo pianeta per togliermi qualche soddisfazione. Anche perché un uomo (inteso come essere umano) che si accontenta è un uomo morto, senza voglie, senza obiettivi, che si avvia lentamente verso la morte. Quindi sì, se sei vivo hai dei problemi da risolvere…

Secondo passo è capire dove sta il problema, o quantomeno provarci. Le strade che hai davanti sono abbastanza da farti girare la testa a leggere tutti quei cartelli: o ti incammini in una direzione a caso, o cerchi quantomeno di escluderne alcune che sei sicuro non ti piacciano, o anche decidi di perdere un po’ più tempo e ne prendi una che ti ispira particolarmente. I cartelli tanto li hai messi tu (se non si fosse capito, le strade sono una metafora delle vie che puoi scegliere di percorrere nella tua vita… toh, sono anche magnanimo e vi spiego cosa intendo quando parlo in maniera criptica! Che bravo bimbo!), quindi è inutile scervellarsi troppo: scegliere una meta e partire, questa è l’unica maniera per arrivare da qualche parte.

Terzo passo è camminare e non fermarsi. Perché un conto è decidere di camminare, un conto è farlo.

Quarto passo è arrivare finalmente alla fine della strada, alzare la testa, capire dove sei arrivato e ricominciare da capo. Perché se i cartelli li metti tu è possibile che tu non sia arrivato alla meta che pensavi di raggiungere… o può anche darsi, chissà, che la meta non sia sto gran che e che tu debba scegliere un altro sentiero.


Già questo post e questo blog sono un passettino sul sentiero che ho scelto di percorrere.


Lo