martedì 29 marzo 2011

Felicità

E' possibile desiderare così tanto la felicità delle persone che mi stanno intorno da scordarmi di cercare la mia di felicità? Sarò troppo altruista (= coglione)? Non so, a volte mi sembra di essere una di quelle persone che non si reputano degne di essere felici e per questo cercano di godere della felicità altrui. Ma così non funziona cazzo. Non sono triste, perché ho tante belle cose, ma non sono neppure felice.

E sto cambiando, sto cercando di riempire i buchi delle mie giornate, sto ampliando i miei orizzonti, ma quando mi giro indietro a vedere cosa ho fatto... vedo un sacco di progetti e nessun risultato. Vedo un sacco di cantieri e nessun palazzo finito. Ho una lista di cose da fare piena e pochissime righe cancellate. Il che è meglio dell'avere la lista degli impegni vuota, ma anche peggio dell'avere qualche riga cancellata in più (specialmente alcune righe più importanti di altre, come la 12).

E così mi ritrovo ad essere un po' più felice per un'amica che si mette assieme ad un amico (amica sulla quale ho poche fantasie amorose) ma un po' più triste perché vorrei per una volta essere io felice e avere qualche amico che si rallegra per me.

Ce la farò, come ho sempre fatto tutto quel che volevo. Basta aver pazienza.

Lo

11 commenti:

  1. Non sei coglione sei soltanto altruista :) Anchio sono così...questo a volte può essere un pregio come può essere un difetto....perchè se si è troppo altruisti si ci dimentica della propria felicità....Cerca di finire le tue liste lasciate in sospeso e pensare un poco più a te stesso :)

    Sono sicura che ce la farai ^^

    Piacere Roby <3

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  2. piacere :)

    il fatto è che quando qualcosa è così radicata nella tua personalità è difficile sradicarla... in fondo sto post non è una richiesta di consigli, perché so anche io che basterebbe essere leggermente più "egoista" e pensare un po' alla mia di felicità per essere più felice. So dove devo arrivare, il problema è trovare la strada... ed anche il fatto che nessuno sa indicarmela, visto che la strada è diversa per ognuno.

    Comunque il vedere che sei d'accordo con me è confortante... almeno la destinazione l'ho azzeccata. Sull'arrivarci... ci arriverò. Con calma.

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  3. mi viene in mente una frase di McCarthy "chi è sempre pronto ad occuparsi dei perfetti sconosciuti molto spesso non si occupa delle persone di cui dovrebbe".

    e comunque si, se già ci metti l'impegno quello che manca è solo un po' di pazienza...



    come si chiama quella canzone dei Rammstein che mi dicevi?

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  4. in questo momento di "debolezza", mi trovo nella tua stessa situazione.

    Anche se io da un pò ho "smesso" di interessarmi agli altri. O almeno, ho smesso di star male per gli altri.



    Come ho fatto non lo so, forse il tempo.

     

    Resta il fatto che mi guardo intorno e vedo che tutti, prima o poi, trovano la felicità. 

    E io mi chiedo: quando sarà il mio turno?



    Come te, non sto male, ma non sono nemmeno felice. 

    Però sono rassegnato. Rassegnato e senza futuro. Provo a guardare oltre, dopo che finirò la specialistica.



    E non vedo niente.



    E con le donne, giorno dopo giorno, vedo sempre più strano e assurdo il vedermi con una ragazza. 

    E penso di sapere bene che le cose assurde, quando ci riguardano e sono positive per noi, non accadono mai :D.



    Al massimo accadono quando la cosa assurda va CONTRO :D

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  5. @4roses: la canzone si chiama Spring (salta). L'impegno c'è, la pazienza è veramente difficile da avere perché non mi piace aspettare, soprattutto quando sono io la causa dell'attesa. Ma aspetterò, tanto non posso fare altro :)



    @mor: io son molto meno pessimista. Ho anche io i momenti di debolezza, la sensazione di non aver più *voglia* di lottare, ma durano poco. Se mi siedo è finita, continuerò a picchiarmi a testa bassa con il mio carattere e con il destino. Sono fatto così, non ci sto a perdere... non ne vale la pena.

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  6. il problema è che l'equazione: lottare=riuscire, non hai la certezza che sia verificata. Chi mi assicura che dopo tutti i sacrifici fatti fino ad ora, io non continuerò a vivere una vita in cui non posso godermi quello che mi piace fare? 

    Anzi: chi mi assicura addirittura che non farò la fine dei barboni che si vedono per strada? 



    Io ovviamente non dico che mi arrendo in tutto e che smetto di combattere, non sia mai! però mi metto il cuore in pace e comincio a prepararmi il terreno per possibili fallimenti di vita :p

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  7. il fatto è che lottare non implica riuscire, ma non lottare implica sicuramente non riuscire. Se morirò senza essere riuscito a non combinare nulla almeno non potrò dire di non averci provato.

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  8. la verità è che vivere la felicità altrui è molto meno "pericoloso" del vivere la propria.

    è altruismo, senza dubbio, ma con una punta di diffidenza nei confronti di se stessi.

    capita anche a me la stessa cosa e non so quanto sia negativo.

    semplicemente godi della felicità altrui, aspetta la tua ma senza ansia.

    arriverà.

    arriva e passa per tutti la felicità.



    good luck!

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  9. su quello siamo assolutamente d'accordo. Almeno quando schiatterò, potrò bestemmiare il padre eterno perchè so di aver profuso il massimo impegno e se non sono riuscito, colpa mia non era!

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  10. @ben: una punta? Direi qualcosa di più... alla fine è quella che mi blocca. E' il muro (o meglio, uno dei muri) del post successivo a questo, per la cronaca.

    Comunque si, la felicità arriva. Basta che non arrivi troppo tardi per godersela. E comunque non è che arriva da sola, devo anche cercarla un po' io...



    @mor: beato te, io sono agnostico e non ho nessuno contro cui inveire >.<

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  11. non penso sia mai troppo tardi per godersela.

    arriva, ma mai nel modo in cui la vorresti.

    è tutta questione di flessibilità.

    i muri di cui parli -e di cui ho letto- penso siano prerogativa un po' di tutti.

    non bisogna abbatterli, ma creare giusto un paio di crepe per guardare attraverso.

    ed è meno faticoso di quanto non si creda, giuro. :)

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