venerdì 24 aprile 2009

La triste realtà

Ticking away the moments that make up a dull day

You fritter and waste the hours in an off hand way

Kicking around on a piece of ground in your home town

Waiting for someone or something to show you the way



Tired of lying in the sunshine, staying home to watch the rain

You are young and life is long and there is time to kill today

And then one day you find ten years have got behind you

No one told you when to run, you missed the starting gun



And you run and you run to catch up with the sun, but it's sinking

And racing around to come up behind you again

The sun is the same in a relative way, but you're older

Shorter of breath and one day closer to death



Every year is getting shorter, never seem to find the time

Plans that either come to naught or half a page of scribbled lines

Hanging on in quiet desperation is the English way

The time is gone, the song is over, thought I'd something more to say




Un abbraccio simbolico a chi mi dice il titolo di sta canzone (te gemellina non vale)



Lo

domenica 5 aprile 2009

In questo fottuto pianeta...

Ha ha! Altro sabato sera, altro post deprimente offerto dalla casa! Ancora una volta sull'orlo delle lacrime, ancora una volta senza piangere signori. Stavolta senza neppure bisogno di ubriacarmi... reduce da una serata piuttosto buona ma con "una macchia", e reduce da una canzone che non ha placato il mare in tempesta che è il mio animo in questo momento. Anzi, lo ha aizzato.



Questa musica sarebbe capace di smuovere le montagne... troppo bella. Comunque non è di questo che volevo parlare...
Senza entrare troppo nel dettaglio... ma quanto è banale l'umanità? Sarò forse sfortunato io? Eppure trovo sempre persone tutte uguali. Anzi, riesco persino a prevedere il carattere di una persona solo guardandola... e la gran parte delle volte ci azzecco, a parte piccoli dettagli. O sono io un genio (improbabile) o sto mondo è fottutamente prevedibile. Sai già cosa aspettarti (poco, pochissimo) dalle persone, sai già che se non rientri in tali stereotipi non arriveranno mai ad accettarti in pieno. Si, potranno sopportarti, ma non ti capiranno mai. Non scaveranno mai nel tuo animo.
Io sono strano, questo è un fatto. Ma non ho ancora trovato nessuno (NESSUNO) che mi abbia mai chiesto perché lo sono. Nessuno probabilmente che se lo sia mai chiesto... forse perché trovano la mia diversità come una specie di malattia. Non so, non ho la pretesa di dire che io sono "giusto" e gli altri "sbagliati", ma neppure mi piace essere visto come "sbagliato" solo perché ho una maniera di agire, pensare, comportarmi diversa dal resto del mondo. Perché non credo sia solo l'aspetto fisico carente a fregare le mie opportunità di piacere al resto dell'universo... credo sia proprio l'insieme. Io sono differente dal mondo, c'è poco da fare. Ho altre necessità, ho altri obiettivi, ho altri modi di pensare.
Ma se io lo accetto, come mai nessun altro riesce a farlo?

Ok, forse sono un po' confuso. Non so neppure io cosa pensare. Ho scritto sto post di getto e come al solito mi chiedo se si capisca qualcosa di quel che ho scritto... ma mi rifiuto di rileggere. Rileggere in questi casi mi porterebbe a correggere o cancellare parti che il mio istinto reputa importanti...
Ora smetto prima di far danni. Ho paura a pensare a cosa sarà rileggere domattina questo mio manoscritto. Ma tanto pare che del mio blog non gliene freghi più nulla a nessuno quindi... tanto vale scriverci spazzatura.

Dio caro come so pessimista... chiudo con una domanda seria (se mai qualcuno arriverà qua senza stufarsi".

COME CAZZO SI RITROVA L'OTTIMISMO E LA FIDUCIA IN SE STESSI E SI SMETTE DI AVER PAURA?

Lo

giovedì 2 aprile 2009

Feticismo nerd

Quello che vi sto per raccontare è annoverabile fra le più divertenti cose da fare in informatica.
In pratica... io ho un pc fisso con sopra Windows Vista ed un portatile Apple con Mac OS X Leopard. Avevo bisogno sul portatile di alcuni programmi Windows, e così mi sono preso una delle copie di XP che mi passava l'università e l'ho messa sul portatile con una piccola utility, BootCamp.
Ma non mi bastava. Ho trovato Parallels Desktop, un programma di virtualizzazione che, in pratica, "simula" un computer all'interno di un altro computer in modo da poter far andare due sistemi operativi in contemporanea sulla stessa macchina. Una colossale sega mentale... adesso in pratica ho finestre di Windows e finestre del Mac che convivono amorevolmente sullo stesso schermo, facendo un effetto del genere



Ma non è finita qua. Adesso... avevo una copia di Office 2007 sul fisso. In pratica mi sono connesso dal portatile alla cartella documenti condivisi del fisso, e da la ho collegato la ISO alla macchina virtuale del portatile dove stavo eseguendo XP. Il risultato è che sto installando Office 2007 su una macchina virtuale da un file contenuto su un altro computer.
Se non avete capito non siete informatici (e se avete capito, peggio per voi :p)
Lo